giovedì 12 febbraio 2009

La simpatia degli italiani



Allora la simpatia, nel senso greco, ha anche a che fare con la giustizia. In quanto capace di cogliere i sentimenti dell'altro, il simpatico vorrà essere giusto. Di una giustizia umana. Una riflessione che mi colpisce, la fa Hannah Arendt nel suo imprescindibile saggio sul processo a Eichmann. Due in particolare, dice l'autrice, furono le nazioni nelle quali gli ebrei perseguitati trovarono asilo: la Danimarca e l'Italia. Nel primo caso fu il re che, con uno scatto d'orgoglio, si rifiutò di applicare le leggi razziali imposte dall'occupazione nazista. In piena guerra mondiale, Hitler lasciò correre, ordinando ai suoi gerarchi di rimandare la questione a conflitto terminato. Nel caso dell'Italia invece, Mussolini dovette formalmente applicarle (per accontentare il suo alleato), ma stabilendo allo stesso tempo che se l'ebreo fosse stato iscritto al partito fascista, nulla in sostanza gli sarebbe successo (per non urtare troppo la sensibilità del suo popolo). Al giudicare quale dei due atteggiamenti, se la coerenza danese o il raggiro all'italiana, sia da prediligere, secondo la Arendt -a sorpresa -è il nostro. Benché recente come stato-nazione, scrive, l'Italia è il miscuglio di genti innumerevoli e diverse che si sono riversate sulla penisola dando vita a una civiltà antichissima e profonda. Nonostante le leggi razziali, molti furono gli ebrei che dalla Germania fuggirono verso l'Italia, trovando asilo fra la popolazione. Nel corso dei secoli, gli italiani avevano sviluppato una specie di senso innato della giustizia (per cosí chiamarlo) che li portava anche a poter prescindere dalle leggi scritte -non solo quelle razziali. Insomma gli italiani, nel senso greco del termine, sono un popolo simpatico.

Cosí almeno ci vede Hannah Arendt nel 1963. Al leggere quel giudizio benevolo, per una volta mi sento fiero di essere italiano. I danesi possono vantarsi di aver affrontato Hitler apertamente, ma non lo avevano fatto per gli ebrei perseguitati, in primo luogo lo avevano fatto per se stessi, per orgoglio proprio. Mentre dietro le pagliacciate e la buffoneria italiana si nasconde saggezza, compassione e umanità. I napoletani, per esempio. Magari non sono capaci di farti una coda per il pane, ma mai ti metterebbero in coda delle persone per la camera a gas.

Mi pare proprio di sentirmelo dentro quell'innato senso di giustizia, di avercelo nei geni. Poi metto giù il libro e accendo la televisione; ed è quando mi chiedo dove diavolo è andata a finire la simpatia degli italiani. Che la televisione sia piú forte della genetica?

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