domenica 5 luglio 2009

Italia off line


L'odiosa gabella di Internet in hotel, di Gian Antonio Stella

«E con un supplemento di venti euro può avere anche l' acqua calda». Se solo un hotel non dico esclusivo, non dico di lusso, non dico quattro stelle, non dico tre stelle ma perfino una qualunque locanda Teresina nella Bassa padana o una qualunque pensione Carmela sui monti Nebrodi osasse fare a un cliente un' offerta del genere, diventerebbe lo zimbello di tutti i siti Internet del mondo. L' acqua calda a pagamento la offrivano nell' Ottocento a Tex Willer e Tiger Jack, per un dollaro, gli alberghi spersi nelle praterie del Far West ma da decenni è, ovviamente, inclusa nel prezzo. Offrirla in cambio di un supplemento farebbe arrossire di imbarazzo anche l' albergatore più esoso, più tirchio, più ladrone. Lo stesso che invece, pare impossibile, riesce a non arrossire chiedendo un supplemento per un servizio che ormai viene dato gratis in larga parte del sistema alberghiero del mondo occidentale, compresi i camping dei grandi parchi canadesi sulle Montagne Rocciose: l' uso di Internet. Quindici euro qui, venti lì, addirittura 25 euro (quasi dieci di più di quanto paghi al tecnico telefonico per installarti una banda larga a Miami) in certi hotel celeberrimi di Firenze, Venezia, Roma o Milano per il collegamento 24 ore. Un «pedaggio» che risulta particolarmente inatteso e insopportabile ai turisti stranieri, che vivono la gabella per quello che è: una piccola e schifosetta rapina. Ordita, senza che intervengano le autorità amministrative e di governo, per sfruttare il cliente fino all' ultimo cent. Tema: è con queste furbizie indecorose che l' Italia pensa di arginare il calo sempre più vistoso e drammatico di un settore che una volta, nel non lontano 1970, ci vedeva al primo posto nel mondo e oggi ci vede slittati al quinto, con la prospettiva di scendere malinconicamente di altri gradini? Peccato. Peccato perché Internet potrebbe davvero aiutare il turismo italiano a superare questi tempi difficili. Uno studio della Commissione europea ha dipinto un quadro impietoso: il 34% delle prenotazioni alberghiere in Europa viene effettuato via Internet, attraverso il rapporto diretto tra l' ospite e l' hotel. Noi arranchiamo nelle postazioni di coda, con un misero 24%. Dieci punti sotto la media continentale. Nessuno stupore. Pochi mesi fa un rapporto di Eurostat aveva rivelato che, alla faccia delle promesse di Berlusconi (ricordate le tre «i»: inglese, Internet, impresa?) invece che andare avanti l' Italia online, unica al mondo, è andata indietro. Nel 2006 la diffusione di Internet toccava 43 famiglie su 100 contro una media europea di 54. Nel 2008, mentre gli altri salivano al 60, noi scendevamo al 42. La Francia (fino al 2006 eravamo alla pari) sta sopra di 20 punti, la Germania di 33, la Danimarca di 40, la Svezia di 42, l' Olanda di 44. E vogliamo parlare di rilancio del turismo e di nuove tecnologie? Ma per favore...

(Fonte: laderiva.corriere.it)

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