domenica 3 maggio 2009
Tutta la verità sul Cavaliere
Povero Berlusconi! Quando il Cavaliere fece di tutto perché non venissero diffuse le intercettazioni telefoniche della Carfagna che lo vedevano coinvolto direttamente non fu tanto per proteggere il suo matrimonio che, oggi apprendiamo, è entrato nella dirittura finale, ma più che altro si diede da fare per proteggere se stesso, ossia la propria immagine. Nel caso di Berlusconi le due cose coincidono perfettamente. Berlusconi è la propria immagine. Forse questa è la natura del berlusconismo di cui tanto si parla e si teorizza. La perfetta collisione fra immagine e il socratico "essere se stessi". Quando essere se stessi non si riduce ad altro che perpetuare la propria immagine allora si entra in un processo neurotico che stride con le costanti forze di cambiamento che caratterizzano la vita biologica sulla Terra. Gli strumenti per intendere questi processi ce li hanno dati i pensatori della Scuola di Francoforte, fra gli altri. Se quello che teorizzavano questi ragazzi (Theodor Wisenberg Adorno, Erich Fromm, Max Horkheimer, ecc.) è certo, allora è un solido ponte logico quello che ci conduce a dedurre da tali teorie, nell'applicazione delle medesime all'uomo Berlusconi, la patologica impotenza dello stesso. Berlusconi non voleva che le intercettazioni della Carfagna divenissero oggetto di pubblica discussione, perché altrimenti la sua impotenza sarebbe divenuta oggetto di pubblica discussione. La Mara stava scherzando, tra il preoccupato e il divertito, con un'amica sulla spiacevole esperienza di un Berlusconi che si scusava di non essere stato all'altezza della situazione. Come se ancora spettasse all'uomo soddisfare necessariamente la donna, e non viceversa. Quindi, punto uno: Berlusconi è impotente. Cosa che se si venisse a sapere non favorirebbe certo l'immagine del Cavaliere stallone e fecondatore. La sua ricerca di giovani sempre più piccole, un altro po' arriverà alle bambine, rivela (sto sempre applicando i criteri psicanalitici della Scuola di Fronacoforte) l'enorme paura del Cavaliere di doversi confrontare con donne vere, adulte e mature che non vogliono chiacchiere e bacini, e non si accontentano col solo sedersi sulle ginocchia di paparino.
Secondo punto. Un Berlusconi sempre più inguaiato con se stesso, che non sa come venirne fuori da tutti i mali che lo affliggono, anche perché non si è mai dedicato ad altro nella vita che a fare soldi, e quindi non ha studiato, e non ha mai conosciuto se stesso, nel momento che il se stesso reclama i suoi diritti davanti all'immagine, allora sono dolori. Figuriamoci se Berlusconi ha forze a sufficienza per far fronte ai propri dolori. Questo patchwork d'interventi chirurgici, un Frankstein meglio riuscito, nient'altro è che un cadavere ambulante retto da servi e paggi che vivono nel terrore di perdere il padrone che di tanti onori e benefici li ha ricoperti (vedi lo sputtanamento della prossima ex-moglie del re di Arcore che si accingono ad operare). Berlusconi non poteva far altro che trovare consolazione e allivio alle proprie sofferenze nella moderna farmacopea. Quando vedete il Cavaliere che non si controlla, ed esterna senza riflettere, e scherza senza buon gusto, in assetti internazionali, non lo fa mica a posta, come i più pensano, lui non vorrebbe affatto, ma gli psicofarmaci lo mandano via di testa, gli danno delle botte di euforia che non riesce a controllare. Poi si pente pure lui, come il giorno dopo la sbornia ci vergognamo di ciò che abbiamo detto e fatto la sera prima.
Comunque, è sempre meglio un'euforia incontrollata a quei terribili mancamenti che si susseguono con sempre maggior frequenza quando si dimentica d'ingerire la pillola quotidiana. Pare che Berlusconi come Tony Sopranos (a proposito, ultimamente l'abbigliamento è lo stesso), svenga ripetutamente colto da attacchi di panico e drastici abbassamenti di pressione. Non può certo far sapere alla sua gang che anche lui è un uomo, con tutte le debolezze che ciò comporta, che ha bisogno di aiuto e che per il momento, incapace di leggere Platone, lo trova nel Prozac.
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