giovedì 29 luglio 2010

telefatto (rubrica di telese sul Fatto)


e direi! il proibizionismo è innanzitutto intollerabile per principio. io, a casa mia, faccio quello che mi pare. dalla pelle in dentro, sono l’assoluto sovrano. ma ti pare che uno mi deve venire a dire quali sostanze devo o non devo usare. se mi voglio prendere un sonnifero la sera, o farmi un linea di coca la mattina… e la canna a mezzogiorno. oltre che ipocrita, in materia di droghe, questo paese è totalmente ignorante. ignoranza e ipocrisia che fanno il gioco delle mafie, la seconda questione per cui bisognerebbe farla finita col proibizionismo. la cosa è molto semplice: si chiama legge della domanda e dell’offerta. se il mercato richiede un determinato prodotto, ossia c’è domanda, ci sarà sempre e comunque qualcuno disposto ad offrire quel prodotto, anche se illegale. l’illegalità del prodotto non fa altro che renderlo più appetibile dal punto di vista del guadagno che se ne ricava commerciandolo. possiamo allora anche mandare a morire i nostri migliori giudici e giornalisti, che magari sono pure riusciti a smantellare un’organizzazione criminale dedita al traffico di droga, ma continuando ad esserci una domanda per quella sostanza, subito rinasce un’altra struttura criminale pronta a sopperire la richiesta di quella merce. e così non si finisce più. come li ha fatti i soldi la mafia, il salto di qualità negli anni ’60 o ’70: con il traffico di eroina. l’avete visto il film di Rosi: Dimenticare Palermo? Se no, guardatelo!

da ultimo, e mi scuso per la lungaggine, volevo segnalare che a novembre in california ci sarà un referendum per la legalizzazione della cannabis. la ragione? uniscamente fiscale. tassando il “bene” in questione entrerebbe nelle casse dello stato, in un momento di crisi, una bidonata di dollari. la stessa ragione per cui negli anni ’30, in piena depressione economica, Roosvelt pronunciò la mitica frase: “È arrivata l’ora di farsi una bella birra!”

Per quanto mi riguarda: “È arrivata l’ora di farsi una bella canna!”