venerdì 22 gennaio 2010

L'altra faccia della libertà

Ieri sul fatto c'era un'intevista di stefano feltri a umberto ambrosoli, figlio di giorgio ambrosoli, assassinato dalla mafia per la vicenda del crack della banca privata di sindona. al figlio di ambrosoli, avvocato come il padre, sono debitore di una bellissima frase che dice 'difendere a tutti i costi la propria libertà è il miglior modo per servire la collettività'. meravigliosa massima, che mette una pietra sopra la variante ipocrita dell'altruismo per cui servire la collettività comporterebbe sempre un sacrificio alla propria libertà.

servire la collettività è innanzittuo lottare per la propria libertà: di pensare, dire e agire, libero da qualunque costrizione. figuriamoci quella mafiosa. soltanto che, a differenza di quello che si pensa da ragazzi per cui libertà vuol dire poter fare ciò che si vuole, col tempo si arriva a capire che ' il concetto di libertà -dice ambrosoli nell'intervista -è l'altra faccia inevitabile di quello di responsabilità: suscita grande entusiasmo capirlo con una storia come quella di mio padre che, al di là del suo finale, è quella del miglior modo possibile di passare il nostro tempo sulla Terra'.

il miglior modo possibile di passare il nostro tempo sulla terra... al di là del suo finale...

domenica 10 gennaio 2010

gente senza dignità


lasciando stare tutt'altro tipo di considerazioni, che sono comunque quelle pertinenti, ma di cui si occupano firme certo più prestigiose e autorizzate della mia. rispetto al razzismo, la paura del diverso, lo sfruttamento e la schiavitù.

seguiamo invece la logica dei maroni e dei bossi, che lamentano la troppa tolleranza. ma troppa tolleranza verso chi? c'è una legge, che non porta il mio nome, che dice che i clandestini non possono lavorare in italia. ora tutti questi negri che lavoravano nei campi di rosarno, si può sapere per chi lavoravano?

c'andavano nei campi, no? qualcuno li chiamava e li faceva lavorare, giusto? e allora che adesso risponda questo qualcuno di aver infranto la legge che porta il nome del segretario del partito di cui maroni fa parte e di quell'altro che adesso si vende come un democratico.

quello che la 'ndrangheta fa nei campi del sud, la lega lo fa nelle fabbriche del nord. se una persona non ha diritti e non può reclamare nulla, accetta qualunque condizione di lavoro. 20 euro al giorno, 15, 10! non ha alternativa, è un clandestino. può essere espulso in qualsiasi momento. è fuori della legge.

se invece, al contrario, fosse dentro la legge, allora potrebbe rivendicare gli stessi diritti di un italiano. esigere una paga minima sindacale e, per tanto, non sarebbe più un concorrente sleale contro il quale non può e non potrà mai competere un lavoratore italiano con le carte in regola.

soltanto che questo ragionamento è già troppo complesso per essere afferrato da un esponente di base della lega che grida fuori agli immigrati perché ci rubano il lavoro. i dirigenti della lega invece, certi industriali del nord-est come le mafie del sud, ce l'hanno chiarissimo. gente senza dignità che solo conosce il profitto.

venerdì 8 gennaio 2010

la guerra infinita


la più potente è quella di cui si sente meno parlare. si fa sentire a suon di bombe, come l'ultima lasciata davanti alla procura generale di reggio calabria. un affronto allo stato. come a dire: 'non abbiamo paura di niente, qua comandiamo noi, dove credevate di essere?'

e probabilmente hanno ragione. se la 'ndrangheta tirasse fuori il suo arsenale, disporrebbe di una potenza di fuoco superiore a quella dello stato. in stretto contatto con i narcos colombiani, la mafia calabrese gestisce il traffico internazionale di cocaina. la cocaina entra a tonnellate per il porto di gioia tauro e viene distribuita in tutta europa. schengen e la moneta unica, una benedizione; ora anche le chat online per accordare scambi e prezzi con serenità. e i proventi sono enormi, impensabili in qualsiasi altro settore. pagare una merce che in colombia cresce come l'edera o l'ortica -perché questo è la pianta della coca: un'erbaccia! - 1 dollaro per rivederla sulla piazza a 100 euro, esentasse.

potenza economica e militare; dunque capacità di corruzione politica o di scontro aperto. a questo punto è ingenuo, se non ipocrita, continuare a sventolare la bandiera della legalità. non è più questione di legalità. qui si sta combattendo una guerra. soltanto che, a differenza delle guerre normali, quella alla droga non finisce mai.

martedì 5 gennaio 2010

Coppia libera tutti!, by Ilenia Suma


Oggi sono stata a guardare il mio alluce per una buona mezzora nel tentativo che questo, insieme a un’attenta rilettura di Kant, mi faccia capire se sono un’immorale e una puttana.
Imputata e avvocato di me stessa, colpevole di desiderare l’uomo di un’altra, ho portato sul banco dei testimoni Lombroso, che contro ogni possibile opposizione ha confermato il suo scientifico punto di vista: «Le prostitute, come i delinquenti, presentano caratteri distintivi fisici, mentali e congeniti, tra questi l’alluce prensile».
Quindi io, che l’alluce prensile ce l’ho…, sorvolo sulla coincidenza: l’alluce non fa di me una puttana più di quanto aver da bambina rubato all’Upim le pecorelle e il pastorello da mettere nel presepe fa di me una delinquente.
Quando a testimoniare è Kant la cosa si fa seria, non gli si chiede neppure di giurare sulla Bibbia. Lui dice: «Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me», e se ne va, senza neppure guardarmi.
Mi viene in aiuto Céline, sdrammatizzando, «L’amore è l’infinito abbassato all’altezza dei barboncini» dice.
Nel tentativo di trovare un’accettabile via di mezzo, ipotizzo che il tradimento senza inganno non esista, che il tradimento sta nell’ipocrisia, nella menzogna generata dall’indisponibilità del partner ad accettare la verità, dalla sua gelosia.
La gelosia però, quel voglio che tu sia mio e di nessun altro, non fa necessariamente parte dell’amore, e non è ineliminabile. Generata dalla sessuofobia delle religioni e dall’ideale egoista-borghese di trasmettere con certezza il patrimonio ai propri eredi (che hanno reso inaccettabile qualunque tipo di cessione della propria donna), ha trovato legittimazione nel matrimonio cattolico-borghese, che i due ideali sposa.
Consigliere numero uno di Mitterrand, continua ad analizzare problematiche e soluzioni economico-sociali per interi continenti, chiamo per ultimo Jacques Attalì, perché ritengo possa avallare il mio pensiero: se quest’uomo non può essere solo mio, potrebbe almeno essere anche mio: cercando di tendere verso una sana possessività (voglio averti, ma non pretendo l’esclusività.).
Attalì parla una buona mezzora, ma il succo del discorso è che «Oggi, in Occidente, viviamo i prodromi di una società futura destinata a superare il modello monogamico dei rapporti amorosi a favore di altre variegate forme di relazione. Nei tempi a venire la monogamia sarà archiviata come il retaggio di un lontano passato in cui si cercò di istituzionalizzare l’istinto sessuale dell’essere umano per costituire un tipo di organizzazione della società in cui le istanze religiose ed economico-sociali fossero pienamente soddisfatte».
Ai navigatori l’ardua sentenza.

(FONTE: Ilenia Suma on blog.lasiciliaweb.it/wp_primaledonne/)